Card. Giuseppe Benedetto Dusmet

 

Giuseppe Benedetto Dusmet nacque a Palermo, figlio del capitano di vascello, Luigi Dusmet e di Maria Dragonetti dei marchesi di Smours (Belgio).
A 5 anni entrò nella Badia benedettina di San Martino delle Scale in Palermo, dove si trovava già due zii materni, D. Vincenzo e D. Leopoldo Dragonetti, e prese i voti monastici il 15 agosto del 1840.
Fu subito notato da tutti per la brillante intelligenza e per la grande capacità di risolvere ogni tipo di problema, tanto che l'abate D. Carlo Antonio Buglio lo scelse come suo segretario personale.
Nel 1847 D. Carlo A. Buglio fu eletto Abate di Santa Flavia a Caltanissetta e portò con sé come segretario il giovane D. Giuseppe Dusmet, che anche qui fu subito notato sia dalla gente che dalle autorità ecclesiastiche. Il vescovo Mons. Antonino Maria Stromillo, infatti lo prese come confessore e consigliere nella gestione difficoltosa della nascente diocesi.
Nel 1850, essendovi dei problemi nell'Abbazia dei Santi Severino e Sossio a Napoli, il Dusmet fu nominato Priore di quell'Abbazia e qui anche riuscì a compiere egregiamente la sua missione.
Nel 1852, dietro le insistenze di Mons. Stromillo, fu eletto Priore Amministratore dell'Abbazia di Santa Flavia in Caltanissetta, assumendo nel frattempo de facto la carica di vicario episcopale. Nei sei anni del suo governo il Monastero fu rinnovato sia nella struttura che nella vita spirituale e si riuscì a mantenere in tutto la Regula, nonostante vi fossero solo tre monaci (il Dusmet e i padri D. Visconte Proto e D. Placido Saugner) e un frate converso, e anche se l'ala sud del Monastero era occupata dai soldati borbonici.
Nel 1854/55 ci fu un'epidemia di colera, in cui il Dusmet si distinse per la grande carità dimostrata e per la pazienza che aveva nel curare i malati di ogni condizione sociale "tanto nell'umile tugurio quanto nei palazzi dei nobili".
Nel 1858, moriva Mons. Stromillo, confortato dal Priore Dusmet, alcuni mesi dopo il Dusmet fu nominato abate del monastero benedettino di San Nicolò l'Arena di Catania e riportò tra i suoi confratelli la disciplina della regola benedettina che nel tempo si era fortemente "diluita".
Lasciò per ultimo nel 1866 il convento di San Nicolò che veniva espropriato dal neonato Stato italiano.
Il 22 febbraio 1867 papa Pio IX lo nominò arcivescovo di Catania e fu ordinato vescovo il 10 marzo dello stesso anno. Negli anni del suo episcopato dovette affrontare numerose calamità (eruzioni dell'Etna, terremoti, alluvioni ed epidemie) che flagellarono Catania e la Sicilia, e si distinse sempre per il coraggio e l'immensa carità.
Il papa Leone XIII nel concistoro del 11 febbraio 1888 lo creò cardinale e il 14 febbraio dello stesso anno ricevette il titolo di Santa Pudenziana, segnatamente per i meriti di carità.
Lo stesso Leone XIII gli diede il compito di ricostituire il Collegio di Sant'Anselmo all'Aventino e di fondare la Confederazione Benedettina.
Dopo una breve malattia morì il 4 aprile 1894 alle 22.30, così povero che non si trovò nemmeno un lenzuolo per coprire il suo corpo provato dai frequenti digiuni.
Il 7 gennaio 1931 l'arcivescovo di Catania Carmelo Patanè iniziò la causa per la sua beatificazione.
Il 15 luglio 1965 papa Paolo VI proclamò Dusmet venerabile firmando il decreto sull'eroicità delle virtù del Servo di Dio.
Il 25 settembre 1988 papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato. In quell'occasione la salma, ancora intatta, fu ricomposta in un'urna e posta sotto l'altare della Corredentrice nella Cattedrale etnea.
Pur provenendo da una famiglia agiata e con qualche quarto di nobiltà da parte materna, si dedicò alla carità e fu molto vicino ai poveri e ai bisognosi vivendo in estrema povertà egli stesso.
Un suo monumento, sito in piazza San Francesco d'Assisi, ricorda alla cittadinanza la figura umile e nello stesso tempo grandiosa del Servo di Dio Giuseppe Benedetto Dusmet. Sulla base del monumento è incisa la seguente frase esplicativa della carità del Cardinale:

« finché avremo un panettello noi lo divideremo con il poverello »
(Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet)

 

[HOME]